Per un datore di lavoro assumere la funzione di
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione non è un compito banale.
Meno che mai negli ultimi mesi, contrassegnati in tutta Italia dall’emergenza
di contenimento del pericolo COVID-19
nei luoghi di lavoro.
Le aziende italiane di ogni dimensione sono state
chiamate a rivedere DVR, piani e protocolli di sicurezza per scongiurare
eventuali contagi e relative responsabilità.
Anche all’interno della Fase 3
aleggia un clima di forte prudenza di fronte a una situazione che richiede
costante aggiornamento e evoluzione.
In questo contesto, formazione e
informazione offrono ancore sicure a tutti i titolari che oltre a tenere il
timone dell’azienda ricoprono anche il ruolo di RSPP.
Approfondiamo l’argomento
con l’Avvocato Lorenzo Fantini, docente del prossimo corso per rischio basso, medio e alto, disponibile in webinar.
«Il
motivo è semplice: nelle aziende dove il ruolo di datore di lavoro e RSPP coincide,
la responsabilità per la salute e la sicurezza del personale si somma agli
obblighi consulenziali relativi all’identificazione delle procedure di
sicurezza.
In
termini pratici, per un imprenditore
disporre di una figura in meno si traduce in una responsabilità in più:
occorre farsi carico della preparazione che richiede il ruolo dell’RSPP, più
che mai indispensabile in questo periodo in cui occorre minimizzare il rischio
di contagi».
«Centrale
ed essenziale. Ecco perché un buon corso per RSPP Datore di Lavoro richiede una
giusta dose di impegno per affrontare la quantità e la densità degli argomenti,
senza togliere però troppo tempo all’imprenditore.
Oltre
ai contenuti obbligatori secondo il Testo Unico sulla Sicurezza (Dlgs 81/2008)
la formazione comprende indicazioni e istruzioni per osservare le procedure
emergenziali delineate negli ultimi DPCM».
«Il
legislatore considera applicabili in questa fase emergenziale le norme sul
lavoro agile contenute nella Legge 81/2017. La legge garantisce, anche a casa,
la copertura assicurativa per gli infortuni sul lavoro: si tratta di una tutela
per il lavoratore, ma anche per l’azienda, che non sarà tenuta a risarcire eventuali
incidenti avvenuti in casa.
Il
datore di lavoro tuttavia è tenuto a fornire un documento informativo per
prevenire alcuni rischi come il rischio posturale o il rischio elettrico. Può
essere sufficiente trarre le indicazioni dall’informativa realizzata dall’INAIL».
«Il
mio consiglio è di valutare la necessità e la convenienza del rientro del
personale sulla base di criteri logici e non forzati. Occorre tenere conto sia
del contingente realmente indispensabile, sia delle misure di distanziamento che
dovranno essere attuate nei luoghi di lavoro: meno persone saranno presenti in azienda,
più sarà semplice applicare il distanziamento minimo tra i lavoratori.
Viceversa,
il Decreto Rilancio viene in nostro soccorso per gestire il diritto allo
smartworking. Il D.L. 34/2020 prevede il diritto di continuare a lavorare a
casa ai lavoratori con figli al di sotto dei 14 anni. Qualora, chiaramente, il
proprio partner non usufruisca dello stesso diritto».
«Il riconoscimento del contagio come infortunio sul
lavoro non implica in maniera automatica la responsabilità del datore di
lavoro.
La norma sullo scudo penale, di cui tratteremo nei corsi per RSPP datore di lavoro,
tutela il titolare dell’azienda circa le proprie responsabilità, tranne nei
casi in cui si verifichi una mancata attuazione delle misure anti-contagio».
«L’aggiornamento della valutazione dei rischi, l’attività di formazione e informazione adeguata, la fornitura di DPI e la creazione di procedure di sicurezza sono azioni essenziali. Non si chiede al datore di lavoro di creare un ambiente lavorativo a rischio zero, ma di adottare tutte le misure per limitarlo. Consiglio inoltre ai datori di lavoro di documentare l’applicazione delle procedure attraverso un protocollo aziendale e conservando prove, certificati e attestati».
Scopri gli argomenti dei corsi RSPP per datore di lavoro, disponibili nelle aule delle sedi FORMart e in webinar.