Il futuro della formazione è il futuro del lavoro: l’intervento FORMart alla Convention Consulenti del Lavoro

 
 

Come rincorrere un mondo del lavoro sempre più affetto dalla mancanza di personale qualificato e da una obsolescenza delle competenze sempre più rapida? Il 26 ottobre Elisabetta Pistocchi, direttore FORMart, ha partecipato all’incontro “Il futuro della formazione e della certificazione delle competenze”. 

All’evento, organizzato nel contesto della Convention dei Consulenti del Lavoro, hanno preso parte anche Germano Buttazzo, Direttore relazioni istituzionali LinkedIn, Mauro Meda, Segretario generale Asfor e Cristina Mezzanotte, Presidente Manageritalia Emilia-Romagna.

“In un sistema economico e sociale caratterizzato da coì numerosi e rapidi mutamenti – ha dichiarato Elisabetta Pistocchi – la formazione non può che diventare sempre di più la risposta all'obsolescenza professionale e lo strumento per mantenere competitività sul mercato, sia per gli individui, che per le organizzazioni.”

 
 

LA CENTRALITÀ DELLA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

 

Il recente decreto del Ministero del Lavoro del 9 agosto ha l’obiettivo di regolamentare la certificazione delle competenze individuando nuovi standard minimi di sistema e di processo.

Il decreto riguarda principalmente le competenze apprese attraverso i percorsi di apprendimento non formali. Alcuni esempi? Le competenze acquisite nei percorsi di apprendistato professionalizzante e nei tirocini formativi, misure che coinvolgono ogni anno migliaia di giovani risorse. O le competenze acquisite attraverso attività formative realizzate attraverso i fondi interprofessionali e gli enti di formazione accreditati, come FORMart.

Il successo delle novità introdotte sarà misurato in base all’efficacia di questo strumento rispetto alle necessità del mercato del lavoro. 

Per le imprese, soprattutto per le PMI, ciò si traduce nel poter contare su uno strumento efficace per individuare risorse adeguate a ricoprire un determinato ruolo. E a disporre di competenze adeguate e aggiornate, anche attraverso una formazione di maggiore qualità.

 
 

MANCANO LE COMPETENZE, NON IL LAVORO: LE DIFFICOLTÀ DI REPERIMENTO

 

Per le imprese italiane è sempre più difficile trovare manodopera. A riportarlo sono i dati del Centro Studi Nazionale di Confartigianato. Se nel 2023 la difficoltà di reperimento del personale raggiungeva il 45,1%, nel 2024 la quota di lavoratori di difficile reperimento è salita al 47,6%.

La mancanza di lavoratori qualificati frena in particolare la transizione green e digitale. Secondo una rilevazione di Confartigianato, le imprese necessitano di quasi 700.000 lavoratori con competenze avanzate in ambito digitale 4.0.

E a proposito di intelligenza artificiale, tema portante della Convention dei Consulenti del Lavoro 2024, il mercato del lavoro richiederà circa 362.000 risorse capaci di gestire tecnologie avanzate, tra cui proprio l’AI.

 
 

LE PMI, SEMPRE PIÙ ATTENTE ALLA FORMAZIONE

 

Il 60% delle PMI considera la necessità di fare reskilling e upskilling delle competenze un fattore imprescindibile per rispondere alla velocità del processo di innovazione e cambiamento. 
Non è solo un cambio di atteggiamento: è un cambio culturale nei confronti della formazione. 
Restano centrali le competenze specialistiche, ma sempre più affiancate da soft skills come l’intelligenza emotiva, il problem solving e il pensiero critico.

Evolvono le modalità, accogliendo la formazione digitale, l’AI, la gamification e l’impiego di realtà virtuale e aumentata.

Ma a cambiare è soprattutto la finalità: la formazione continua non è pensata esclusivamente per restare al passo con i tempi, ma per puntare al futuro. La formazione è lo strumento principale per anticipare le tendenze per trasformare il possesso delle competenze in un vantaggio competitivo.